LE MANI RACCONTANO

ANTONELLA DONATIELLO

Abstract


La LIS è la lingua naturale dei sordi. Essa svolge una funzione sociale: favorisce, cioè,lo sviluppo cognitivo e relazionale nelle persone sorde, poiché le sue principali componentigrammaticali e sintattiche rispondono alle loro reali esigenze cognitive e sensoriali. Si puòdire, infatti, che la mano del sordo corrisponde alla lingua fisiologica dell’udente, ma ciò nonvuol dire che il sordo sia privo della parola: il suo apparato fono-articolatorio è integro.Semplicemente la non conoscenza profonda dei codici vocali deriva dalla carenza delcosiddetto “bagno sonoro” piagetiano.1 Infatti, la differenza tra lo sviluppo del linguaggionel bambino sordo rispetto al bambino udente, diventa tangibile intorno al primo anno divita, poiché il bambino sordo riscontra difficoltà a imitare i suoni e le parole che gli udentiintorno a lui utilizzano. Per questo è importante che il bambino sordo sia esposto alla LIS giàdalle prime tappe dello sviluppo sensomotorio: in tal modo il bambino acquisisce la LIS inmodo spontaneo e naturale e, una volta acquisita la competenza linguistica nella primalingua, potrà facilmente trasferire e applicare le regole che sottostanno a essa,all’apprendimento della seconda lingua, l’italiano. Questo avviene più facilmente se nellarieducazione al linguaggio del bambino sordo viene adottato il metodo bilingue: il piùefficace e il più gradito agli alunni sordi stessi, poiché maggiormente rispettoso diquell’″anima sorda″ e di quella identità verace sorda che spesso viene calpestata e repressa.

Parole chiave


bambino sordo; LIS (lingua dei segni italiana); educazione bilingue; classificatori; impersonamento

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DOI: https://doi.org/10.15162/1970-1861/148

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