Nazionalizzare Kazan’: Architettura e nazionalismo tataro nella capitale del Tatarstan (1991-2010)

Abstract

Alla fine degli anni Ottanta in Tatarstan si diffuse e divenne egemonico un discorso politico nazionalista incentrato sulla necessità della riaffermazione culturale della ‘nazione tatara’ e sulla rivendicazione di una maggiore autonomia e sovranità. L’articolo mostra come la leadership repubblicana abbia cercato con successo di appropriarsene selettivamente, onde da un lato dare legittimità alla richiesta di una maggiore autonomia da Mosca, alle nuove istituzioni e al proprio sistema di potere, dall’altro estromettere i nazionalisti più radicali. L’articolo si focalizza in particolare sul ruolo cruciale svolto in questi sviluppi dal rimodellamento del paesaggio urbano e architettonico di Kazan’, e su come la sua conseguente, parziale ‘tatarizzazione’ sia stata il risultato di un compromesso tra le istanze nazionaliste tatare e la necessità di evitare lo scontro con Mosca e con la popolazione ‘etnicamente russa’ della repubblica.

In the end of the 1980s Tatarstan saw the spreading and later the hegemony of a nationalist political discourse centred on the need for a cultural reassertion of the ‘Tatar nation’ and on the claim for more autonomy and sovereignty. The article shows how the republican leadership was successfully in selectively appropriating this discourse in order to give legitimacy to its claim for more autonomy from Moscow and to its new institutions and power system, but also to neutralize radical nationalists. The article focuses in particular on the crucial role played in this context by the reshaping of Kazan’s urban and architectural landscape and on how its subsequent, partial ‘Tatarization’ was the result of a compromise between Tatar nationalist claims and the necessity to avoid a direct confrontation with Moscow and with the republic’s ‘ethnic Russians’.