LA LINGUA DELLA MODA

GLORIA CORBUCCI

Abstract


I linguaggi non verbali sono stati trascurati per molto tempo dagli studiosi
della comunicazione e della glottodidattica, che hanno focalizzato il loro interesse
sulla lingua. Recentemente c’è stata una rivalutazione della componente non verbale
negli scambi comunicativi, ma si tende ancora a trascurare l’abbigliamento, anche se
è una parte fondamentale dell’identità sociale. La vestemica, nell’accezione di Roland
Barthes, è la scienza che studia la competenza nella moda e nell’uso degli abiti, più o
meno formali, che fanno parte dei modelli socio-culturali di una comunità. Un altro
motivo per prendere in considerazione lo stile e l’immagine è la massiccia presenza di
studenti stranieri che studiano l’italiano perchè vogliono frequentare i vari corsi
universitari o master presenti in Italia per poter poi entrare nel mondo della moda. In
tali corsi di italiano a stranieri diventa quindi necessaria un’attenzione particolare
non solo al modo di vestire e alle differenze interculturali fra popolazioni diverse per
quanto riguarda le regole dell’abbigliamento e l’uso degli status symbol, ma anche
alla “lingua della moda”, con le sue caratteristiche lessicali tipiche di una lingua
settoriale, che si diffonde principalmente attraverso i mass media. Il docente può
presentare agli studenti articoli tratti da giornali e riviste per guidarli a una
riflessione sulle peculiarità di questo linguaggio.

Parole chiave


linguaggi non verbali; moda; stampa

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DOI: https://doi.org/10.15162/1970-1861/208

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