Intermedialità e rimediazione nel metaverso. Una ricognizione bibliografica ragionata (con qualche proposta)

Autori

DOI:

https://doi.org/10.15162/2704-8659/1549

Parole chiave:

Convergence, intermediality, remediation, transmedia, Metaverse, convergenza, intermedialità, rimediazione, transmedialità, Metaverso

Abstract

In media theory, the word "convergence" was first introduced in the 1980s as "the 'blurring [of] the lines between media, even between point-to-point communications” (I.de S. Pool 1983). Thus, media convergence occurs when "genres and gadgets that once were separate are linked" (Miller 2012). According to Jay David Bolter and Richard Grusin (1999), convergence means remediation, echoing McLuhan's words: "the content of one medium is always another medium." However, if "content" arises from and is influenced by a remediation, how much is the remediation influenced by the environment in which it is implemented? Postman (1968) thus introduces the concept of "media ecology", that is "the study of media as environments [...], the way media influence human perception and knowledge, emotions and values." Therefore, media are "environments" within which both individual and social experiences take place. The Metaverse, that is the "media body," is at the center of this literature review, at the end of which we will try to answer the following question: if human relations are not related to the nexus between people but to the interpretive and semiotic construct that is generated from them, what kind of relation can be generated if both the environment and the context are "augmented" (augmented reality; AR)? Human relations "construct" the cultural heritage of a community as a function of whether the resources that are exchanged in different forms of cultural barter and sharing can be accessed by community members. Moreover, human relations are characterized by the creativity of language and its "surplus of meaning". As a consequence, AR-based publishing products force us to take into account not only technological but also human and creative factors in digital communication. In fact, it is the "human factor" that makes the Metaverse possible and "real", where "media bodies" ask us new questions.

 

Nella teoria dei media, la parola “convergenza” è stata per la prima volta introdotta negli anni ’80 per indicare “the ‘blurring [of] the lines between media, even between point-to-point communications’ (I.de S. Pool 1983). Quindi la convergenza dei media avviene quando “genres and gadgets that once were separate are linked” (Miller 2012). Per Jay David Bolter e Richard Grusin (1999), invece la convergenza diventa rimediazione, rifacendosi all’ intuizione di McLuhan secondo cui  "il contenuto di un medium è sempre un altro medium". Ma se il “contenuto” scaturisce ed è influenzato da una rimediazione, quanto la rimediazione è influenzata dall’ambiente in cui è attuata? Postman (1968) introduce il concetto di “ecologia dei media” ossia “lo studio dei media in quanto ambienti […], il modo in cui i media influenzano la percezione e la conoscenza, le emozioni e i valori umani”. Secondo questo approccio, i media sono “ambienti” all'interno dei quali ha luogo l'esperienza individuale e sociale. Il Metaverso, di cui qui si propone una definizione che ruota attorno al concetto di “corpo mediale”, è al centro di questa rassegna bibliografica, al termine della quale si prova a rispondere alla domanda: se la relazione tra le persone non è legata al nesso bensì al costrutto interpretativo e semiotico che è generato, che tipo di relazione si genera se l’ambiente e il contesto è “aumentato” (Augmented reality)? Se le relazioni umane “costruiscono” il patrimonio culturale di una comunità in funzione del fatto che le risorse che si scambiano in continue forme di baratto e condivisione culturale possano essere accessibili ai membri della comunità e se le relazioni umane si contraddistinguono per la creatività del linguaggio e la sua “eccedenza di senso”, allora, il prodotto editoriale basato sulla AR ci chiede di considerare, accanto a quella tecnologica, la centralità del fattore umano e creativo nella comunicazione digitale, perché è il “fattore umano” che rende possibile e “reale” il Metaverso, dove i “corpi mediali” ci pongono dinanzi a nuovi interrogativi.

Biografia autore

Marilù Mastrogiovanni, Università degli Studi di Bari Aldo Moro

She is the founder and director of Il Tacco d’Italia, an investigative newspaper founded in 2003; she has also worked with major national and international newspapers. She is specialized in investigative reporting on mafia-style organized crime groups, the so-called Sacra Corona Unita, known in Italy as the fourth mafia group. She is on the board of Ossigeno per l'Informazione and she is one of the founders of Giulia Giornaliste, an Italian association committed to the elimination of discrimination and stereotypes against women in the media. Giorgio Napolitano, former president of the Italian Republic, included her name among the most representative voices of ethical journalism, launching an appeal to support freedom of the press. Following several threats on her life, she has been assigned police protection. She is the founder of the Forum of Women Journalists of the Mediterranean and she teaches Digital Journalism and Inquiry at the master’s degree program in Journalism at the University of Bari ‘Aldo Moro’ as well as Press Office and Public Relations at the SCOPSI master’s degree program. She was president of the jury of the UNESCO World Press Freedom Guillermo Cano award. She is one of the twelve human rights experts selected by the Italian parliament in 2020 for the COE (Council of Europe) (she is specialized in freedom of the press). She is a PhD student in Human Relations at the For.Psi.Com Department at the University of Bari ‘Aldo Moro’.

 

Fondatrice e direttrice de Il Tacco d'Italia, giornale d’inchiesta investigativa nato nel 2003, ha collaborato con le principali testate nazionali e diverse internazionali. Si è specializzata nella cronaca investigativa sulla criminalità organizzata di stampo mafioso nota come "quarta mafia". E’ nel board di “Ossigeno per l’Informazione”, tra le fondatrici di “Giulia giornaiste” associazione impegnata per l'eliminazione delle discriminazioni e degli stereotipi nei confronti delle donne sui media. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’ha annoverata, con altre, tra le giornaliste esempio di un giornalismo etico, facendo un appello per promuovere la libertà di stampa. A seguito di diverse minacce alla sua vita, le è stata assegnata una protezione dinamica dalla polizia. È fondatrice del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo e insegna "Giornalismo digitale e inchiesta" al Master in Giornalismo dell'Università Aldo Moro di Bari e "Ufficio stampa e relazioni pubbliche" al corso di laurea magistrale SCOPSI. E’ stata presidente della giuria del premio Unesco World Press Freedom "Guillermo Cano". È una delle dodici esperte di diritti umani selezionate dal parlamento italiano nel 2020 per il COE (Consiglio d'Europa) (è specializzata in libertà di stampa). E’ dottoranda in “Scienze delle relazioni umane” presso il dipartimento For.Psi.Com di Uniba.

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Pubblicato

2022-12-01