Call for papers

Deadlines:

Abstract (500 words): 10th March 2025                        Guidelines submission

Notification of acceptance: 14th April 2025

Article submission: 25th June 2025                                 Guidelines submission

Publication: 30th November 2025

Length of articles: max 7000 words

To submit an article write to : rivista.echo@uniba.it 

 

  • Cinque sezioni: SAGGI; FOCUS, sezione dedicata ai laureati o ai dottorandi;  RECENSIONI; "ECHI DA BABELE";
  • Il contributo dovrà essere introdotto da un abstract in inglese (300 parole); Keywords in inglese (5); breve Bio;
  • Gli articoli della SAGGI dovranno essere di 6000 massimo 7000 parole bibliografia inclusa, mentre gli articoli per la sezione "Focus" dovranno essere di 15.000-20.000 caratteri spazi inclusi ed inclusa la bibliografia.
  • Inoltre, Echo valuterà la pubblicazione di saggi non tematici, da inserire nella sezione "Varie", secondo le modalità dichiarate e le tempistiche richieste per i saggi tematici in questo Cfp.

 


ECHO – Rivista Interdisciplinare di Comunicazione. Linguaggi, culture, società

CFP numero 7/2025, a cura di Martina Basciani, Federico Gabriele Ferretti,

Elena Lamberti

 

Intelligenze AlterNative

Forme e pratiche delle risorgenze indigene globali

 

This process is collectively individual, creating islands of radical resurgence.

Simpson 2017, p. 194

 

“I am interested in freedom, not survival” (Simpson 2017: 45). Con queste parole, la studiosa e artista Mississauga Nishnaabeg Leanne Betasamosake Simpson riaccende un dibattito di lunga data sulle lotte culturali e politiche dei popoli indigeni. A partire dal 1876, anno in cui è stata firmata la cosiddetta “Legge sugli Indiani” o Indian Act, le Prime Nazioni del Canada videro l’istituzionalizzazione della violenza del colonialismo di insediamento (settler colonialism) sottoforma della graduale sottrazione delle terre e della creazione delle scuole residenziali, principali fautrici del genocidio culturale che ha afflitto le tradizioni autoctone. Le resistenze messe in atto dalle generazioni indigene precedenti hanno permesso a queste culture di giungere fino ai nostri giorni, nella forma di semi che preludono a una rivoluzione; il tempo di sopravvivere alle intemperie del colonialismo si è ormai concluso: è giunto, ora, il tempo della Risorgenza.

Definito come un movimento culturale e politico che mette al centro la rigenerazione delle lingue in via di estinzione e delle tradizioni spiritualmente legate alla terra, con il fine ultimo di riaffermare la sovranità autoctona, la Risorgenza è da intendersi, secondo Simpson, come “una lente, un’analisi critica, un insieme di conoscenze teoriche e una piattaforma di organizzazione e mobilitazione che ha il potenziale di trasformare meravigliosamente la vita su Turtle Island [la terra indigena corrispondente al Nord America nella filosofia Anishinaabe, nde.]” (2017: 49, nostra trad.). Alla base del movimento della Risorgenza vi è il valore attribuito allo storytelling tradizionale, in grado di ristabilire e rafforzare l’identità indigena nel tempo presente. Le storie, veicoli delle conoscenze ancestrali di generazione in generazione, non sono più limitate alla sola trasmissione orale, ma si diffondono anche attraverso la scrittura e altri mezzi comunicativi. In questo modo, contribuiscono sempre più pervasivamente ad adattare gli insegnamenti del passato alla modernità, offrendo linee guida fondamentali per l’attivismo politico. La Risorgenza indigena, pertanto, si colloca naturalmente all’intersezione di questioni diverse le quali, a causa della natura stessa del fenomeno in analisi, sono di potenziale interesse per esperti di varie discipline, dagli studi culturali, linguistici e letterari alla storia, dalla sociologia alla politica.

Se le storie della tradizione trasmettono le conoscenze ancestrali al presente, aiutando, in questo modo, a immaginare futuri alterNativi per i popoli indigeni, allora la dimensione della Risorgenza deve essere, di fatto, a-temporale oppure, come espresso dalla filosofia Anishinaabe, biskaabiiyang (Geniusz, 2009; Simpson, 2011; 2017). Tradotto in forma letterale come “il processo di ritorno a noi stessi” (Simpson, 2017: 17; nostra trad.), il tempo biskaabiiyang intreccia passato, presente e futuro per dare vita a una realtà altra, decoloniale e profondamente indigena. In modo simile, l’autrice Nishnaabeg Grace Dillon definisce tale strumento di collasso temporale con il termine “Indigenous slipstream”, che descrive il tempo della Risorgenza come “passati, presenti e futuri che scorrono insieme come correnti di un flusso navigabile…” (2012: 345, nostra trad.). La questione dei futurismi indigeni emerge, quindi, come un ulteriore tema di natura multidisciplinare: l’approdo dello storytelling autoctono negli ambienti digitali ha comportato la proliferazione di piattaforme educative online, come ad esempio Biskaabiiyaang: The Indigenous Metaverse (www.biskaabiiyaang.com), o anche Four Directions Teachings (www.fourdirectionsteachings.com, Wemigwans, 2018), oltre a videogiochi con una forte attenzione ai temi indigeni come Until Dawn o Never Alone (Byrd, 2017) e continua a porsi in relazione con le ultime tecnologie, come l’IA. A dimostrazione che gli ambienti digitali, e in particolare i social media, sono strettamente connessi alla Risorgenza indigena su scala globale, inoltre, intervengono i singoli movimenti di protesta socio-politica quali Idle No More e #NoDAPL, rispettivamente in Canada e in Nord Dakota, We Are Oceania (WAO) in Australia e Nuova Zelanda e il Movimiento Nacional de los Pueblos Indígenas in Messico, tra gli altri, insieme ai sempre più numerosi attivisti digitali che denunciano l’opera neo-coloniale attualmente in corso in Palestina.

La Risorgenza, in ultima analisi, mira a costruire una rete globale di solidarietà autoctone. Definendo l’internazionalismo indigeno (Indigenous Internationalism) un elemento centrale della sua agenda politica, Simpson (2017) immagina l’inizio di relazioni etiche che intreccino le nazioni indigene umane, così come quelle animali e vegetali, su scala globale. L’idea alla base dell’internazionalismo indigeno, secondo l’autrice, è che le singolarità indigene non vengano percepite come monoliti, bensì come isole unite da un obiettivo unico, decoloniale e risorgente. Si tratta di una visione che, consapevolmente o meno, richiama la metafora dell’arcipelago fornita dallo studioso caraibico Édouard Glissant, la quale mette in evidenza connessioni relazionali e non gerarchiche tra culture specifiche e dotate di una specificità intrinseca (1990). A questo proposito, Gloria Anzaldúa propone il concetto chicano nepantla - descritto come “lo spazio tra i mondi” nel suo seminale Borderlands/La Frontera: The New Mestiza (1987/2022); in modo simile, la scrittrice Nativo Americana di discendenza Laguna Leslie Marmon Silko contribuisce all’idea di tribalismo globale immaginando “un mondo, molte tribù” nel suo The Almanac of the Dead (1991). Internazionalismo indigeno, archipelago, nepantla e tribalismo globale dimostrano come, al di là dei confini geografici o imposti, si rimarchi la necessità di stabilire una relazionalità etica, una resistenza al (neo-)colonialismo e la promozione di Risorgenze indigene globali.

Lo scopo di questo numero è quello di esplorare le varie declinazioni delle Risorgenze indigene che si manifestano su scala internazionale, oltrepassando i confini stabiliti tra i continenti e le discipline accademiche. Saranno particolarmente apprezzate proposte che propongono una lettura transmediale e transdisciplinare delle Risorgenze autoctone nelle Americhe, in Oceania, in Europa, in Palestina e nel resto del mondo. Il numero accetta contributi di carattere culturale, linguistico e letterario come anche di natura storica, sociologica, politica e geografica.

Possibili idee di ricerca includono, ma non si limitano a:

  • Sopravvivenza vs. Risorgenza in prospettiva diacronica e/o comparata
  • Storia coloniale dei contesti risorgenti: recuperare il passato per capire il presente e immaginare futuri alterNativi
  • Storytelling, mito, tradizione e oratura
  • L’attivismo politico delle risorgenze (online/offline/ibrido)
  • Le temporalità indigene e “la fine del mondo”
  • Produzioni artistiche, culturali, letterarie, multimodali della Risorgenza
  • Progetti di rivitalizzazione linguistica (online/offline/ibrido);
  • Gli spazi della risorgenza: dalle metropoli, alle riserve, agli ambienti digitali
  • Il contributo della IA per le Risorgenze indigene
  • Relazionalità indigene nel mondo.

 

Scadenze:

Abstract (500 parole): 10 marzo 2025                      

Notifica di accettazione: 14 aprile 2025

Consegna dell’articolo: 23 giugno 2025                               

Pubblicazione: 30 novembre 2025

Lunghezza dell’articolo: max 7000 parole

Per proporre un articolo, scrivere a: rivista.echo@uniba.it

 

Bibliografia essenziale di riferimento

 

Anzaldúa, G. 2022. Borderlands/La Frontera: The New Mestiza (1987), 5th ed., Aunt Lute Books, San Francisco.

Byrd, J. 2017. Playing Stories: Never Alone, Indigeneity, and the Structures of Settler Colonialism. Cornell University. (https://www.cornell.edu/video/jodi-a-byrd-video-games-indigeneity-settler-colonialism)

Carbonara, L. 2020. Dances with stereotypes. Ombre Corte edizioni, Verona.

Clifford, J. 2013. Returns: Becoming Indigenous in the Twenty-First Century, Harvard University Press, Cambridge.

Dillon, G. 2012. Walking the Clouds: An Anthology of Indigenous Science Fiction, University of Arizona Press, Tucson.

Estes, N. 2019. Our History Is the Future, Verso Books, London, New York.

Geniusz, W. D. 2009. Our Knowledge is Not Primitive: Decolonizing Botanical Anishinaabe Teachings. Syracuse University Press, New York.

Glissant, É. 1990. Poétique de la relation. Gallimard, Paris.

Silko, L. M. 1991. The Almanac of the Dead. Simon and Schuster, New York.

Simpson, L. B. 2011. Dancing on Our Turtle’s Back: Stories of Nishnaabeg Re-Creation, Resurgence and a New Emergence. ARP Books, Winnipeg.

Simpson, L. B. 2017. As We Have Always Done: Indigenous Freedom through Radical Resistance. University of Minnesota Press, Minneapolis.

Wemigwans, J. 2018. A Digital Bundle: Protecting and Promoting Indigenous Knowledge Online. University of Regina Press, Regina.

Whitehead, J., ed. 2020. Love after the End: An Anthology of Two-Spirit & Indigiqueer Speculative Fiction. Arsenal Pulp Press, Vancouver.

Zaccaria, P. 2017. La lingua che ospita. Meltemi, Milano.