L’INSEGNAMENTO PRECOCE DELLE LINGUE STRANIERE: UN EXCURSUS NEI DOCUMENTI EUROPEI E ALCUNE IMPLICAZIONI PER LA SCUOLA PRIMARIA ITALIANA

MARIA CECILIA LUISE

Abstract


L’impegno degli organismi europei intesi come il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea in merito
all’insegnamento delle lingue e alla diffusione del multilinguismo da molti anni è assiduo e
costante.
L’Europa considera la formazione linguistica dei suoi cittadini uno dei punti cardine del futuro del
vecchio continente, non solo per scelta culturale o di indirizzo educativo, ma all’interno di un
preciso disegno politico a largo raggio.
Non intendiamo qui ripercorrere il lungo cammino che dal Progetto Lingue Vive degli anni ’70,
passando per il Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue, arriva agli ultimi documenti
sul multilinguismo, sull’insegnamento delle lingue e ai Piani di Azione che se ne occupano a livello
pratico e operativo. Quello che ci interessa è estrapolare dai principali dei molti documenti in
merito una serie di indicazioni ricorrenti, di riflessioni e principi più volte ribaditi a proposito
dell’insegnamento delle lingue straniere a bambini, confrontarli con la situazione odierna
dell’insegnamento delle lingue straniere a bambini tra i sei e gli undici anni per delineare alcune
delle sfide che la scuola primaria italiana deve affrontare per diventare davvero una scuola che
forma futuri cittadini europei plurilingui fin dall’età dell’infanzia.

Parole chiave


insegnamento in età precoce; politica linguistica europea; apprendimento lingue straniere; apprendimento linguistico

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DOI: https://doi.org/10.15162/1970-1861/228

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