L’ integrazione dell’Albania nell’Europa dei popoli

Abstract

Non è mai facile presentare l’Albania senza rischiare di tratteggiarne un ritratto superficiale o, ancora peggio, scontato della sua condizione indotti a ciò, talvolta involontariamente, dai tanti stereotipi impiegati quando si parla di questo Paese. Al fine di evitare un tale rischio, mi è parso appropriato, oltre a descrivere sinteticamente il contesto politico per poi passare ad osservare lo stato della cooperazione economica con l’Unione Europea in generale e l’Italia in particolare, porre in luce alcuni elementi storico – antropologici, raramente presi in considerazione da chi si occupa di cose albanesi. Il tentativo alla base di quest’articolo è, infatti, quello di fornire alcuni strumenti adatti all’approfondimento di una realtà generalmente compresa con non poca fatica. Fortemente tentata da una prospettiva di uno stabile aggancio al mondo occidentale attraverso lo strumento europeo e, allo stesso tempo, nostalgica della riscoperta di una secolare tradizione di sicuro non scomparsa quanto piuttosto in fase di adattamento alla “modernità” in cui il Paese delle Aquile si è visto catapultare a partire dal 1991, l’Albania sembra oggi essere in affanno nel riconoscere di non essere in possesso degli strumenti per leggere la complessità delle sfide contemporanee. Dagli argomenti trattati in questo articolo, toccati in forma breve e senz’altro non esaustiva, emerge ineludibilmente il dato di un Paese che, posto davanti a uno storico bivio, si ritrova fatalmente bloccato nelle sue scelte perché incapace di decidere in maniera ultimativa quale strada seguire per la costruzione del suo futuro. L’insieme di questi argomenti, solo in apparenza contraddittori finisce, in maniera inequivocabile, per definire l’attuale società albanese configurandone in forme attuali la sua presunta - ma allo stesso modo reale – particolarità in mezzo  ai tanti Paesi dell’Europa Orientale.