Yves Bonnefoy dans son atelier

Giovanni Dotoli

Abstract


L’autore analizza l’atelier del traduttore poeta Yves Bonnefoy. Verifica che questo grande poeta non realizza mai degli «approcci superficiali ». Come il poeta che egli traduce, Bonnefoy non potrà mai accettare «strutture che rendano rigido il linguaggio». Il suo atelier è composto da una sola stanza, quella dell’infinito della poesia.

«Ravvivare i colori»! Ecco una meravigliosa definizione del compito del traduttore poeta. Nel laboratorio del traduttore poeta, si lavora la trasparenza dell’assoluto e dell’invisibile. Non esiste bipolarità, né di autori, né di testi, né di teoria e pratica. La trasparenza e la musica forgiano un solo testo, scintillante come la luce, diamante che è diventato fuoco e che si trasformerà in musica del cielo.


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DOI: https://doi.org/10.15162/trd-ba/311

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